Domenica 26 ottobre escursione nell’ambito del Festival “Forni Narranti – Storie di pane, cultura e condivisione”.
Domenica 26 ottobre alle ore 14.30 a Venasca si svolge la passeggiata alla scoperta dei vecchi forni da pane delle borgate locali, organizzata nell’ambito del Festival “Forni Narranti – Storie di pane, cultura e condivisione”. Il ritrovo è fissato in borgata Quaglia, dove verrà acceso il forno di comunità, un tempo capace di sfornare più di trenta micche. Da qui partirà la camminata fino alla cappella di Sant’Antonio; al rientro, sarà possibile assaggiare il pane cotto nel frattempo. La partecipazione è gratuita, ma è richiesta la prenotazione all’indirizzo email eventi@afpdronero.it.
Quaglia, chiamata “Lo di Caia” dai venaschesi, è una borgata dell’ubach situata a circa due chilometri dal capoluogo, raggiungibile con una breve deviazione asfaltata lungo la strada per il Bricco. È composta da numerose case in pietra con tetti in lose, alcune ristrutturate, e conserva stalle, fienili, porticati, una fontana, una vasca e il forno ancora in uso. In passato vi si allevavano mucche, conigli e galline e si coltivavano grano, meliga e patate; le castagne rappresentavano una risorsa fondamentale. Un tempo popolata da circa cinquanta abitanti, in prevalenza delle famiglie Allasina e Santi, oggi conta tre residenti stabili, ma nei fine settimana e in estate si ripopola fino a oltre venticinque persone. L’acqua potabile arrivò solo nel 1985, proveniente da Funfriana, mentre prima si utilizzava la fontana del borgo. Il forno, comune a tutti, era usato a turno dai residenti per la panificazione familiare.
La cappella di Sant’Antonio, meta della passeggiata, si trova isolata a poche centinaia di metri da borgata Lussia, lungo l’antica via che collegava il capoluogo alle frazioni della regione Opaco. Le prime spese per la sua manutenzione compaiono nel Libro dei Conti del 1684, mentre i lavori di ristrutturazione risalgono al 1880. L’affresco sulla facciata, raffigurante la Madonna tra sant’Antonio abate e sant’Antonio da Padova, è opera di Netu Borgna di Martiniana. Nel 1927 la cappella fu oggetto di ulteriori restauri e di un ampliamento; è composta da un’unica aula, con sacrestia retrostante e campanile addossato alla parete orientale.